SUPERNOVA
Regia di Harry Macqueen.
Con Stanley Tucci, Colin Firth, James Dreyfus, Pippa Haywood, Sarah Woodward, Tina Louise Owens.
Genere Drammatico, – Gran Bretagna, 2020, durata 95 minuti.
SINOSSI
Sam e Tusker, partner da 20 anni, viaggiano attraverso l’Inghilterra a bordo del loro vecchio camper per far visita agli amici, rivedere i famigliari e ritrovare i luoghi del loro passato. Da quando due anni prima a Tusker è stato diagnosticato l’insorgere della demenza, il tempo insieme è sempre più prezioso. Diretto da Harry Macqueen con Colin Firth e Stanley Tucci, il film indaga, di fronte alle avversità, sul significato dell’amore.
L’on the road secondo Harry Macqueen. Il regista inglese utilizza il viaggio, fisico e spirituale, per ragionare sullo scorrere della vita, e lo rende un elemento ben riconoscibile del suo cinema. Fin dal suo riuscito esordio, Hinterland, la rinascita dei sentimenti passava attraverso i chilometri da percorrere. Ma come diceva Seneca: “Deve mutare l’animo, non il cielo”. Macqueen ha fatto tesoro di queste parole. Nei suoi film il panorama non è mai lo stesso e i problemi rimangono. Per questo a un certo punto c’è il bisogno di fermarsi: il cottage sul mare di Hinterland, la casa in campagna di Supernova.
Già dal titolo della sua opera seconda, l’omaggio è al “cielo” di Seneca, all’osservazione delle stelle. Stanley Tucci insegna a Colin Firth come riconoscerle, anche dal loro camper in movimento. Il richiamo sembra essere a Ella & John – The Leisure Seeker di Paolo Virzì. L’amore, una casa su ruote e la malattia. Macqueen sceglie di non concentrarsi sull’immaginario, ma sul rapporto che lega i protagonisti. Tucci e Firth qui sono innamorati. Il primo è uno scrittore, il secondo è un pianista. Tucci è affetto da una forma di demenza precoce, Firth si prende cura di lui.
Supernova è il delicato racconto di un’esistenza al suo crepuscolo, è il malinconico ritratto di una passione che non può essere vissuta. La chimica tra i due attori è il perno che fa girare la vicenda, una storia fatta di piccoli gesti, di sguardi disperati, di silenzi assordanti. Il cineasta non calca la mano, gira con sincerità. Evita i momenti melò, i luoghi comuni legati alle “commedie” romantiche dove la morte è dietro l’angolo.
I momenti migliori sono quando la coppia è a tavola, è immersa nelle faccende quotidiane. Supernova è un duetto di grandi talenti, dove forse alla fine a spuntarla è Tucci, specialmente nella sequenza della cena, dove non riesce a leggere una lettera ai suoi commensali. Lunghi dialoghi, comunione con la natura, solitudine: Macqueen tiene alta l’attenzione per novantacinque minuti, affronta temi complessi, si accosta con rispetto alla sofferenza della coppia. Non invade la loro intimità, si tiene a distanza.
Recensione di Gian Luca Pisacane (cinematografo.it)
NOTE SUL REGISTA:
Classe 1987, Harry Macqueen è un attore e filmmaker inglese. Ha esordito come attore nel film di Richard Linklater del 2008 Me and Orson Welles. Hinterland (2014) è invece il suo fortunato esordio alla regia. Presenta alla Festa del Cinema Supernova, drammatico racconto di una storia d’amore messa alla prova dalla malattia, interpretato da Stanley Tucci e Colin Firth.
NOTE DI REGIA
Nel 2015 sono accaduti quasi contemporaneamente due fatti che hanno coinvolto persone vicino a me. In febbraio, una collega, che era diventata distante e sempre meno efficiente nel suo lavoro, è stata licenziata dal nostro luogo di lavoro e sei mesi dopo è deceduta. Qualche giorno dopo, una cara amica è stata costretta a ricoverare suo padre in una casa di cura: aveva appena compiuto 60 anni.
Poco tempo dopo questi due eventi, vidi un documentario che mi commosse come mai nessun film prima di allora. Seguiva un signore inglese di 65 anni nel suo viaggio verso la clinica Dignitas in Svizzera dove, in compagnia della moglie con cui aveva vissuto 40 anni, si sarebbe legalmente tolto la vita. Il protagonista del documentario, la mia collega e il padre della mia amica erano tutti affetti da forme di demenza precoce che si erano manifestate in modalità molto diverse tra loro. Quelle esperienze mi hanno portato a voler conoscere meglio questa particolare patologia e ad approfondire il vitale dibattito sulla scelta del fine vita che ancora oggi infuria in molti paesi del mondo. Parallelamente a questi stimoli, c’era il mio desiderio appassionato di scrivere in modo originale una storia che avesse come protagonista una coppia dello stesso sesso. Di presentare una relazione fondata sull’amore in cui la sessualità dei personaggi non definisse in alcun modo la narrazione. Un film su una coppia di lunga data unita da un reciproco sentimento profondo, costretta a separarsi dalla situazione in cui si trova, che traesse ispirazione dalle storie personali che ho incontrato.
Supernova è il risultato di un lungo, approfondito e immersivo processo di documentazione. Per un periodo di tre anni, ho lavorato a stretto contatto con i più eminenti specialisti di demenza nel Regno Unito alla University College London e al
Wellcome Trust e ho collaborato con molti individui affetti da questa patologia e le loro famiglie. Ho trascorso del tempo con persone che da allora sono morte a causa della malattia o perché si sono suicidate – in segreto e in pubblico – e ho visto in prima persona le ripercussioni che questi eventi hanno prodotto.
È stata una delle esperienze più profonde e più importanti della mia vita. I personaggi e i temi presenti in Supernova riflettono il mio tentativo di rendere giustizia a quelle persone e alle loro storie in modo sincero e originale, ponendo una altruistica relazione amorosa nel contesto di un futuro immediato che si trova in un equilibrio sospeso. Fin dall’inizio il mio desiderio è stato fare un film potente, incoraggiante, stimolante, provocatorio e attuale su quello che ciascuno di noi è disposto a fare per la persona che ama. Supernova è una storia d’amore moderna, romantica e originale. È un racconto intimo e completo che indaga alcuni dei più grandi quesiti esistenziali dell’essere umano: come vivere, amare e ridere anche quando si avvicina la fine del nostro tempo.
— Harry Macqueen