Cineteatro Astrolabio
via G. Mameli, 8
20852 Villasanta MB
Regia di Chris Sanders
Genere Animazione – USA 2024, durata 102 minuti
Il tema portante del Robot Selvaggio è la genitorialità, il che lo renderà particolarmente apprezzabile dagli adulti, senza che però diventi pesante per figli e figlie: il racconto mantiene sempre l’attenzione delle due fasce di pubblico, perché il legame tra Roz e l’ochetta è inscindibile, così come sono inscindibili i passaggi difficili della “maternità adottiva” e i passi della crescita che il piccolo deve affrontare. Il regista Sanders copre tutte le principali fasi della crescita fino all’indipendenza. Sulla strada, quel personaggio scopre un aspetto di sé che non sapeva di avere: in epoca di dubbi sull’Intelligenza Artificiale, è ancora una volta l’umanità del “pensare fuori dalla propria programmazione” ciò che ci regala un’identità. Magari i singoli elementi messi in ballo non sono inediti, però la loro combinazione ha senso.
Simbolicamente questo muoversi fuori dagli schemi, con l’idea che la gentilezza sia un mezzo di sopravvivenza, si riflette sull’ambiente circostante e i suoi abitanti, aprendo la strada per un mondo migliore, con una convivenza più collaborativa e meno competitiva: Sanders ha l’intelligenza di non rendere tutto troppo semplice su finale, ma non ha paura di credere nella fiaba pura, come ha spesso dimostrato in passato.
Regia di Paolo Benvenuti
con Riccardo Moretti, Tania Squillario, Giovanna Daddi, Debora Mattiello, Federica Chezzi
Genere Biografico – Italia 2008, durata 84 minuti
I fatti, come si sa, sono veri. E il suicidio della povera Dora Manfredi è rimasto per sempre un momento nebuloso e controverso nella biografia del musicista toscano. Decidendo di tornare ad affrontarlo, Benvenuti e la su coautrice Paola Baroni fanno una scelta di totale rottura con il passato. Azione girata in esterni, ma decisione di fare a meno dei dialoghi: le uniche voci che si ascoltano leggono, fuori campo, alcune lettere che i personaggi si scambiano. Per il resto solo brussi lontani. La ‘provocazione’ linguistica risulta forte e incisiva. Al poasto di un aletorio e stereotipato romanticismo, il copione fa perno su una rivisitazione secca e nitida degli ambienti, dentro i quali si muovono protagonisti come maschere nude, senza difese né veli. L’asciuttezza dello stile diventa così funzionale a mettere ciascuno di fronte alle proprie responsabilità, scavalcando mediazioni o possibili simpatie e arrivando alla sorda fusione dell’incapacità di distinguere tra verità e falsità. La luce dalla campagna crea uno sfondo cromatico di taglio ‘macchiaiolo’, che evita banali incrostazioni storiche. Film di forte originalità e bellezza cinematografica.
Regia di Margherita Ferri
con Samuele Carrino, Claudia Pandolfi, Andrea Arru, Sara Ciocca, Corrado Fortuna
Genere Drammatico – Italia 2024, durata 121 minuti
Il 20 novembre 2012, Andrea Spezzacatena, un ragazzo che aveva appena compiuto 15 anni, si è tolto la vita. Tutto comincia con un banale incidente domestico: a causa di un lavaggio sbagliato, i jeans rossi che Teresa, la madre di Andrea, aveva regalato al figlio si erano tinti di rosa. Andrea decide di indossarli ugualmente per andare a scuola, incurante dei bulli che da tempo lo avevano preso di mira con insulti omofobi, culminanti con l’apertura di una pagina Facebook creata ad hoc per deriderlo. E’ stato il primo caso in Italia di bullismo e cyberbullismo che ha portato al suicidio di un minorenne. Teresa Manes ha scoperto l’esistenza della pagina solo dopo la morte del figlio e in seguito al tragico evento ha dedicato la sua vita a spiegare ai ragazzi il pericoloso uso che a volte si fa delle parole arrivando a scrivere un libro Andrea, Oltre il Pantalone Rosa (edito da Graus) e giungendo fino al Quirinale dove il Presidente Sergio Mattarella le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere.
Regia di Nader Saeivar
con Maryam Boobani, Nader Naderpour, Abbas Imani, Ghazal Shojaei, Hana Kamkar
Genere Thriller – Iran/Germania/Austria 2024, durata 100 minuti
V.O. con sottotitoli ITA
Donna vita libertà. Così, senza punteggiatura per meglio dare l’idea di come siano rivendicazioni tutte e tre cruciali, in uno slogan che rappresenta un popolo come quello iraniano, costretto invece a invocarli. Sono anni di rivolta in Iran, e il cinema cerca di raccontarla a modo suo, insinuandosi fra la censura imposta localmente o affidandosi ai sempre più numerosi registi della diaspora, costretti a fuggire dal paese per rivendicare la libertà di raccontare come realmente vanno le cose, senza nascondersi dietro a storie di liti o piccoli dissapori borghesi, come talvolta sono stati costretti a fare in passato. Nader Saeivar, invece, è riuscito a girare a Teheran, come dice lui “sottotraccia”, dovendo poi occuparsi della post produzione all’estero. Sceneggiatore di Tre volti di Jafar Panahi, ha scritto La testimone proprio insieme all’illustre autore iraniano ormai costretto all’esilio, che ha anche montato questa storia classica ma sempre attuale sulla condizione della società iraniana.
Regia di Shu Aiello e Catherine Catella
Genere Documentario – Italia/Francia 2024, durata 97 minuti
Riace, come tanti villaggi del Sud Italia, ha sofferto di un massiccio spopolamento delle aree rurali. Un giorno, una zattera con 200 rifugiati curdi sbarca sulla spiaggia. Arriva il soccorso degli abitanti: a poco a poco, migranti e abitanti riabiliteranno case abbandonate, faranno rivivere l’economia e assicureranno un futuro al paese. Vent’anni di armonia rendono Riace un modello per l’accoglienza, ma anche un bersaglio per l’ondata populista. Così Domenico Lucano, sindaco del paese, rischia tredici anni di carcere e costringe il paese a un dilemma: resistere o scomparire. La fotografia di un avvenimento senza precedenti nella storia politico-giudiziaria italiana, secondo capitolo scritto dalle registe di Un paese di Calabria del 2016.