Cineteatro Astrolabio
via G. Mameli, 8
20852 Villasanta MB
Regia di Giulia Steigerwalt
con Fabrizio Bentivoglio, Barbara Ronchi, Thony, Andrea Sartoretti, Tesa Litvan, Enrico Borello,
Dramatico – Italia 2022, durata 110 min.
Se il nostro cinema del passato è stato glorioso, il merito era, oltre che di sopraffini registi, anche degli sceneggiatori, e chi di tanto in tanto grida alla crisi del cinema italiano, spesso e volentieri ne adduce la colpa alla mancanza di idee e di buone storie, il che significa che gli sceneggiatori non fanno il proprio dovere. A questi signori “criticoni” vorremmo rispondere che c’è chi ancora sa addomesticare le parole e costruire dialoghi arguti, spontanei, ironici, intelligenti e soprattutto veri, che “spiegano” un personaggio meglio dell’onnipresente voce fuori campo che è vizio squisitamente contemporaneo del cinema scanzonato del presente. Una delle ottime penne di oggi, che ha studiato negli Stati Uniti, dove i copioni restano di ferro e hanno regole quasi matematiche, è Giulia Louise Steigerwalt, che ha scritto Moglie e marito, Il Campione e Marilyn ha gli occhi neri, e che debutta dietro alla macchina da presa con Settembre.
Ha dovuto lavorare duramente la neo regista, per convincere Matteo Rovere e Sydney Sibilia di Groenlandia di essere pronta a tenere le redini di un set. Alla fine ce l’ha fatta, e il risultato è un film godibilissimo, dolcemente malinconico, profondo, a suo modo intimo e dotato di quella leggerezza che Italo Calvino tanto amava e che qui si mescola con un’autenticità di sentimenti che è raro trovare, e che invece di fare capolino qua e là, informa scene intere, dialoghi, personaggi.
Non sono protagonisti di eventi straordinari Guglielmo, Ana, Francesca, Debora, Maria e Sergio. Sono uomini come noi, ma hanno la fortuna di avere un’illuminazione che trasforma il loro rapporto con amici, familiari e soprattutto con loro stessi in una tempesta di sentimenti, imbarazzi e situazioni che però sono universali. Ogni loro parola, e qui si vede la bravura della Steigerwalt sceneggiatrice, rivela un mondo, una verità tenuta nascosta che viene fuori con prepotenza, e nello stesso tempo con grazia e delicatezza, proprio quando tutto sembrava perduto, noioso e banale. Ai personaggi di Settembre John Lennon canterebbe, se fosse vivo: “La vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti”. Giulia sarebbe d’accordo con l’ex Beatle, ma nel frattempo ha abbracciato le sue creature, avvicinandosi ai loro visi con la macchina da presa per cogliere anche le piccole imperfezioni che li rendono unici e adorabili. E se il racconto scorrevole distoglie lo spettatore dalla parte tecnica del film, un occhio esperto coglierà in Settembre anche una regia sofisticata, che non disdegna i campi lunghi, che descrivono un universo e mettono in comunicazione individui ed emozioni, mentre in sottofondo sentiamo Nico o i Velvet Underground.
Giulia Steigerwalt è stata molto brava pure nella scelta degli attori, a cominciare da Fabrizio Bentivoglio e Barbara Ronchi, lui cucciolone buono dallo sguardo un po’ triste e dalla voce profonda, lei donna stralunata, vibrante, svagata e sensibilissima. La sostanza di cui son fatti è italiana, ma la capacità di Giulia di passare da un personaggio all’altro volendo bene a tutti nello stesso modo, e di non lasciar sospesa nessuna trama e sottotrama, è patrimonio della formazione americana della regista, che invece di ricordare Francesca Archibugi prima maniera, Greta Gerwig o Noah Baumbach, somiglia semplicemente a se stessa.